sabato 2 agosto 2014

L’Italia ha bisogno del Corpo Forestale dello Stato

Esiste un Corpo dello stato che solo nelle ultime settimane ha collaborato nelle attività dei campi di volontariato e studio sui beni confiscati alle mafie di Libera in Puglia, ha permesso la condanna per traffico organizzato di rifiuti e truffa dell’amministratore unico di una insospettabile Società che smaltiva in modo abusivo ingenti quantità di rifiuti speciali, ha arrestato cogliendolo sul fatto un incendiario nel foggiano, ha sequestrato presso il porto di Ancona diciassette tartarughe di una specie protetta rinvenute a bordo di un furgone, ha posto sotto sequestro e sta procedendo all’eliminazione di coltivazioni di mais MON 810 transgenico piantate in barba ai divieti italiani nei terreni del comune di Colloredo di Monte Albano in provincia di Udine… Parliamo del Corpo Forestale dello Stato (CFS).  Sarebbe bello ricordarlo anche al Governo Renzi che nella riorganizzazione dell’amministrazione dello Stato prevista nel ddl “Repubblica Semplice” (.pdf), approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso dieci luglio, ha previsto il “riassorbimento” del Corpo Forestale nella Polizia di Stato cancellando la storia di un glorioso Corpo che da 192 anni concorre allo sviluppo della cultura, dell’ambiente e svolge un servizio importante per la tutela del territorio.  A ben vedere l’articolo 7 comma 1 del ddl renziano assicura che l’assorbimento delle funzioni di polizia del Corpo Forestale dello Stato avverrà “garantendo gli attuali livelli di presidio dell’ambiente e del territorio e la salvaguardia delle professionalità esistenti”. Una buona e doverosa notizia soprattutto quando, come ogni estate, il 1515 della Centrale Operativa della Forestale diventava il pronto soccorso dei nostri boschi contro piromani ed incendi, ma è lecito domandarsi com’è possibile che i 7.620 Forestali italiani (sono meno dei Vigili urbani di Roma) pesino nel bilancio dello Stato così tanto da rendere necessario il loro riassorbimento nella Polizia di Stato?
Per Danilo Scipio Segretario Forestali dell’Unione Generale del Lavoro (UGL), sentito da Geapress, quest’’ultimo tentativo di riorganizzazione le Forze di Polizia sembra “una strada breve tipica di chi ama solo fare proclami: eliminare l’amministrazione più piccola per poter sbandierare ai quattro venti un risultato che in realtà è solo apparenza“. Questo perché, per Scipio “il 90 per cento del bilancio complessivo del Corpo forestale viene impiegato per i costi del personale, quindi l’accorpamento con la Polizia genererebbe un risparmio risibile, che avrebbe il solo effetto di privare il Paese dell’unica forza specializzata nel settore ambientale ed agroalimentare”. L’apparato di sicurezza italiano verte, infatti, su diverse forze di polizia, tra le quali la Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria e Corpo Forestale dello Stato. Un assetto che per Scipio andrebbe rivisto e corretto proprio alla luce del migliore utilizzo “delle pochissime risorse economiche disponibili e per razionalizzare la presenza sul territorio delle forze in campo e delle competenze specifiche di ciascun Corpo“. Solo accorpando quelle numericamente più consistenti si potrebbe ottenere un risparmio significativo, ma questa, ha spiegato il Segretario Nazionale Forestali, è una scelta che dovrebbe imporsi  sulle “resistenze di chi si sentirebbe sminuito dall’eventuale accorpamento nella Polizia di Stato“.
Nessuna razionalizzazione è possibile allora? Non proprio. Una scelta più semplice potrebbe essere quella di unificare le amministrazioni che si occupano di tutela dell’ambiente: Corpo Forestale dello Stato, Corpi Forestali delle Regioni a Statuto Speciale, Polizie Provinciali ed eventualmente anche l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari del Ministero della Politiche Agricole. Una scelta che secondo il più grande sindacato della Forestale, rappresenterebbe un’operazione di razionalizzazione che aumenterebbe l’efficacia dell’attività di contrasto ai crimini ambientali ed agroalimentari. “Una Polizia Ambientale - ha ricordato Scipio - rafforzata, ma nel contempo razionalizzata perché priva di inutili ed improduttive sovrapposizioni è un’ipotesi sensata e percorribile”.
Al momento quello che preoccupa i forestali è che nonostante le rassicurazioni del Governo, dalla lettura del dettato normativo, ha spiegato il Segretario Nazionale del Sindacato Nazionale Forestali Andrea Laganà, “non si può evincere in maniera inequivoca come avverrà la redistribuzione delle competenze attualmente esercitate dal Corpo, né chi sarà chiamato a sopperire a questo vulnus che sarà causato dall’infausta decisione, ma ciò che si appalesa è la soppressione dell’unica Forza di Polizia dello Stato specializzata nella difesa del patrimonio agroforestale italiano e nella tutela dell’ambiente, del paesaggio e dell’ecosistema”. Per Laganà “Chi pagherà in termini economici, sociali e di sicurezza saranno unicamente i cittadini”. Negli scorsi giorni anche lo scrittore Roberto Saviano ha lanciato l’allarme ricordando come le mafie, particolarmente attive nel business delle discariche abusive e del traffico di rifiuti, sarebbero le prime a gioire della nuova razionalizzazione della Forestale. “Il Corpo - ha precisato a questo proposito il Sindacato Nazionale Forestali - è presente nelle Procure della Repubblica e presso la Direzione Investigativa Antimafia che, evidentemente, proseguiranno in solitaria nel perseguimento dei valori su cui abbiamo giurato e fenomeni come la Terra dei fuochi, saranno destinati ad aumentare, non certo a scomparire”. 
In questi giorni il Segretario Nazionale Forestali UGL ha deciso di invitare i cittadini, oltre che le associazioni ambientaliste, culturali e “chiunque abbia a cuore la preservazione della natura” a mandare una cartolina a Palazzo Chigi o al Quirinale, oppure a scrivere sul profilo facebook di Matteo Renzi che: “L’Italia ha bisogno del Corpo Forestale dello Stato”. Come ha ricordato anche l’Associazione Nazionale Funzionari Forestali (ANAFF) “Il Corpo forestale è la polizia dello sviluppo sostenibile, lo strumento operativo di una politica attenta a tutti quei valori che possono coniugare sviluppo equilibrato e tutela ambientale. È la polizia che garantisce i beni comuni a vantaggio delle generazioni future. È la polizia dell’ambiente, dell’agricoltura e dell’alimentazione. É la polizia che difende in sostanza la qualità della vita“. Proprio per questo dalla scorsa settimana è attiva su change.org anche una petizione rivolta sempre al presidente del consiglio Matteo Renzi per “non cancellare la storia bicentenaria di un glorioso Corpo di Polizia” che svolge con ottimi risultati (in proporzione ai mezzi) un servizio importante per il futuro del Belpaese. Dello stesso avviso anche Greenpeace, Legambiente, Libera e Slowfood, che hanno inviato insieme una lettera ai parlamentari e al Governo per chiedere di  scongiurare l’ipotesi di “un assorbimento delle funzioni di polizia del Corpo Forestale dello Stato in quelle delle altre forze di polizia e delle amministrazioni locali”. Per le associazioni "Se venisse smembrato il più diffuso corpo di polizia statale italiano, altamente specializzato nel contrasto degli ecoreati, il vantaggio sarebbe solo per la criminalità ambientale". Siamo proprio sicuri di volerlo rottamare?
Alessandro Graziadei

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